Purtroppo momentaneamente le vendite sono sospese.
Di questa terra facciamone un giardino
L’Associazione Pino Veneziano, in occasione del xv anno dalla scomparsa del cantastorie di Selinunte, ha raccolto in un libro e in un cd (pubblicati da Coppola Editore) alcune delle sue più significative canzoni di protesta e d’amore, reinterpretate da personalità del panorama musicale nazionale.
Per l’occasione lancia un appello per la salvaguardia e il rispetto del territorio di Selinunte e della sua borgata, minacciato dall’incuria e dalle speculazioni che spesso Veneziano denunciava nelle sue canzoni. L’appello è firmato da intellettuali, personalità del mondo della cultura e dello spettacolo, ed é contenuto all’interno del libro che accompagna il cd.
Il libro, realizzato da Umberto Leone, Rocco Pollina e Donatella Scaparra, oltre a raccontare la vita, gli aneddoti e i testi delle canzoni di questo straordinario interprete della musica popolare siciliana, contiene gli interventi di Vincenzo Consolo, Gaetano Savatteri e Ascanio Celestini.
All’incisione del disco hanno partecipato: Peppe Barra, Roy Paci, I Sud Sound System, Moni Ovadia, Officina Zoè, Etta Scollo, Pippo Pollina, Gabriele Rampino, Enrico Stassi, Clara Salvo, Mondorchestra e Umberto Leone.
Libro + CD € 15.00
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"Lu patruni è suvecchiu"
(Il padrone è di troppo)
Le note di copertina sono a cura di Ignazio Buttitta.
Ho qui con me nella mia casa di campagna Pino Veneziano, cantastorie: ha appena finito di cantare un gruppo di canzoni incise in un disco prossimo ad uscire. Il successo sarà certo perché Pino alla potenza della voce aggiunge la forza drammatica. I testi sono suoi, i motivi musicali pure. Un cantastorie, che fa politica, e la sublima con la poesia. Il suo discorso è semplice, popolare, ma convincente; e riesce a farsi capire dai braccianti in maggioranza analfabeti e semianalfabeti. Gli argomenti sono la verità, cantata da popolano a popolano, senza inganni. I padroni non sono necessari, le guerre nemmeno; le case sono necessarie, perché un coniglio senza tana, un uccello senza nido, sono come i pesci senza mare, dice.
Da ragazzo, ora ha quarant’anni, Pino faceva il guardiano di capre, di vacche; dormiva in campagna; frequentò la seconda elementare. E’ stato sempre povero, povero ancora oggi, ma ricco di poesia e d’amore per gli uomini che soffrono. Un popolano, che fa cultura. Un popolano, che canta la libertà e la Giustizia, e ve la versa nei cuori con la voce.
Io, se fossi ragazzo, gli porterei la chitarra; lo seguirei ovunque va; lo sentirei cantare nelle piazze. Vedrei i braccianti commuoversi, entusiasmarsi, e lui col canto dargli la speranza. La speranza che io, lui, e tutti i lavoratori aspettano con l’alba di domani, e non più tardi.
CD € 8.00